Canneto di Caronia, svolta shock: indagato 25enne accusato di essere l'autore dei misteriosi incendi

Svolta shock nell'intricata vicenda dei misteriosi incendi che da dieci anni divampano senza apparente spiegazione a Canneto di Caronia, in Sicilia. La notizia è su tutti i principali siti italiani: Repubblica, Ansa,Corriere della Sera, Tgcom. Alle prime luci dell’alba di oggi i Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra, hanno effettuato 11 perquisizioni ad abitazioni e veicoli di Caronia. Le attività –delegate dalla Procura della Repubblica di Patti – hanno, inoltre, comportato la notifica di un’informazione di garanzia a persona sottoposta ad indagini per i reati di incendio e danneggiamento seguito da incendio continuati, relativi a diversi episodi incendiari connessi fra loro e commessi, fra il 20 luglio 2014 ed il 08 ottobre 2014, nella frazione di Canneto di Caronia. Le perquisizioni sono state eseguite nell’intento di individuare strumenti atti ad appiccare con rapidità il fuoco, dispositivi generatori di combustione e altre cose pertinenti ai reati per i quali si procede. Le attività odierne si stagliano nel contesto di un’indagine per la quale gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.



Il Corriere della Sera riporta anche il nome dell'uomo raggiunto da un avviso di garanzia, con le relative accuse.

Il giovane indagato è Giuseppe Pezzino, 25 anni, figlio del presidente del comitato di cittadini Nino Pezzino. Nella loro abitazione si sono verificati diversi incendi nelle ultime settimane e in uno di questi padre e figlio sono rimasti leggermente ustionati. In una intervista Nino Pezzino alla domanda del giornalista che gli chiedeva:«C’è anche chi ha avuto il coraggio di ipotizzare che gli abitanti di Canneto di Caronia abbiano architettato una messa in scena per attirare l’attenzione» aveva risposto «Sì certo come no. Per mesi siamo stati al buio, il valore commerciale della casa è colato a picco e il risarcimento per i danni che abbiamo subito è arrivato, parziale, dopo tanto tempo».


Il sindaco perplesso: non può essere un piromane

«Non voglio credere che sia uno dei residenti ad essere il colpevole di alcuni roghi, spero che le indagini continuino e facciano chiarezza». Sono le parole di Calogero Beringheli, sindaco di Caronia dopo la notizia che Giuseppe Pezzino è oggetto di indagine accusato di essere il piromane misterioso che da dieci anni terrorizza i residenti. Il primo cittadino che il mese scorso aveva organizzato una veglia e un presidio permanente in segno di protesta contro l'abbandono delle istituzioni, palesa le sue perplessita: «Sono convinto - prosegue il primo cittadino-che Pezzino dimostrerà la sua estraneità ai fatti, comunque io stesso con i miei occhi e insieme a rappresentanti di forze dell’ordine e giornalisti di alcune tv nazionali ho visto degli oggetti prendere fuoco dal nulla. Non penso che quelli possano essere stati ideati da qualcuno. A breve finalmente ci sarà un tavolo tecnico a Roma con studiosi e dirigenti e ministri, spero che si vada avanti per studiare questi fenomeni che ricordo si ripetono da diversi anni e non sono imputabili ad un piromane. Auspico che le istituzioni vadano avanti e studino con la giusta attenzione tutte le possibilità non facendosi influenzare da alcuni episodi».

Gli incendi erano ripresi quest'estate

A dieci anni di distanza i misteriosi “fenomeni” incendiari erano ritornati. Televisori, divani, contatori della luce, cestini con indumenti, letti, tutto all’improvviso prendeva di nuovo fuoco. I “misteri di Canneto” così li avevano etichettati dieci anni fa. Protezione civile, Arpa, esercito, esperti da tutto il mondo, non avevano dato spiegazioni certe: «Potrebbero essere dei campi elettromagnetici» queste all’epoca le vaghe conclusioni. Nel mezzo un'archiviazione della procura di Mistretta che derubricava il caso come doloso, senza tuttavia individuare colpevoli.  A fare visita ai cittadini esasperati era andanto anche il capo della protezione civile nazionale Gabrielli che aveva avuto un summit con il primo cittadino, Calogero Beringheli e le autorità locali, carabinieri e vigili del fuoco. Appena un mese fa, Sabato 20 Settembre alle 22.00, era stato allestito un presidio permanente nella frazione di Canneto, che doveva durare fino a quando "non fossero state garantite le condizioni di sicurezza ed assistenza". Lo spiegava il Giornale di Sicilia. Si trattava di una forma di protesta, la sua, contro "l’immobilismo burocratico ed operativo dimostrato finora dalle istituzioni regionali in merito alla delicata situazione" infomava Beringheli. Fino alle notizie di oggi che hanno lasciato interdetti tutti i protagonisti. In attesa di ulteriori sviluppi.


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