Gabriel García Márquez e gli UFO
Il giorno 17 aprile 2014, a Città del Messico, è morto Gabriel García Márquez, già insignito nel 1982 del Premio Nobel per la Letteratura, noto scrittore e giornalista della Colombia. Ma non tutti sanno che era un fervente possibilista nella esistenza di civiltà extraterrestri in visita al nostro pianeta. In una intervista rilasciata nel 1969 sul numero 16 della ‘Revista Ciclope‘, ecco cosa dichiarava il grande letterato:
Cosa pensi degli UFO?
La mia opinione sugli UFO è di comune sentore: penso che siano navi provenienti da altri pianeti, ma il cui destino non è la Terra.
Credi nella possibilità dell’esistenza di vita in altri pianeti?
Ciò tocca l’orgoglio di coloro che sostengono che il nostro pianeta sia l’unico abitato. Io invece penso che siamo qualcosa di simile a un remoto villaggio nella provincia meno interessante dell’Universo, e che i dischi luminosi che vediamo da secoli passare di notte guardano a noi come noi guardiamo le galline.
Da dove provengano o chi li dirige?
Gli UFO dovrebbero essere equipaggiati da esseri il cui ciclo di vita è sproporzionatamente più grande e più produttivo del nostro. Non si occupano di noi perché hanno finito di studiarci da migliaia di anni, quando furono effettuate le ultime esplorazioni dell’Universo, e non solo sanno molto più di noi, ma conoscono di noi anche il nostro destino. In realtà, la Terra deve essere per loro una situazione di emergenza, un pericolo per la navigazione spaziale.
Pensi che il pubblico sia correttamente informato su questo argomento?
Non credo che ci sia una cospirazione delle grandi potenze per occultare la verità sugli UFO. Ciò attribuisce ai padroni del mondo più intelligenza di quella che tengono.
A cosa attribuisci questa persistenza di alcuni scienziati nel negare, non solo la possibilità che esistano astronavi extraterrestri, ma lo stesso fenomeno?
Quello che sta accadendo è che l’umanità non merita di conoscere la sapienza degli alchimisti, che consideravano il laboratorio come una semplice cucina della chiaroveggenza, e ora siamo in balia di una scienza reazionaria il cui volgare dogmatismo non ammette le prove fino a che non le tiene dentro un barattolo. Sono scienziati involuti che negano l’esistenza dei marziani perché non li possono vedere, e non c’è da stupirsi, sino a che i microbi marziani non ci faranno la guerra all’interno del nostro corpo. Mentre la scienza è sperimentale – e non chiaroveggente, come lo fu l’alchimia e come può esserlo solo la poesia dei giorni attuali – l’umanità rimarrà a far parte del regno dei cirripedi. Continueremo a guardare con la bocca aperta quei dischi luminosi che erano già noti nelle notti della Bibbia, e continueremo a negare la loro esistenza, ma i loro equipaggi si sentono di digiunare con noi, come avvenuto tante volte nel passato, perché siamo gli abitanti del pianeta più provinciale, reazionario e arretrato dell’Universo.
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