Ufo in Cansiglio, ora c’è un dossier
FREGONA. Alto e con gli occhi azzurri. Ma un lungagnone di tre metri, dallo sguardo acceso. Forse con delle difficoltà ad entrare nella sua astronave. Anche per via delle gambe nodose e le braccia lunghe. Nel suo pianeta, magari uno sciupamarziane; sulla terra, una creatura aliena, che meno di due anni fa sarebbe stata avvistata da due alpagoti (zio e nipote) sul versante pordenonese del Cansiglio. E non poteva essere un aeroplano o un elicottero quell’oggetto quadrato con una figura centrale stellata, che procedeva in direzione orizzontale da ovest verso est sopra Feltre, più o meno nello stesso periodo. Incontri ravvicinati del terzo tipo, ma qualcuno dice... terzo tappo o anche di più in provincia. Due dei tanti avvistamenti di Ufo registrati dall’Aeronautica militare: 56 negli ultimi quattro anni e sette solo nel corso del 2013. Sono faldoni declassificati custoditi al Reparto generale sicurezza e pubblicati nel libro fresco di stampa «Ufo i dossier italiani», scritto dai giornalisti Lao Petrilli e Vincenzo Sinapi e pubblicato da Mursia. Trecentotrentotto pagine fitte di avvistamenti, che fanno pensare a un numero di modelli di dischi volanti in tutto l’universo immensamente più grande a quello delle autovetture fabbricate sulla terra. Colori e allestimenti di qualsiasi genere per tutti i gusti. Anche quelli più stravaganti. Eppure il volume è un lavoro molto serio e soprattutto documentato. La testimonanza dell’incontro dei due alpagoti è reperibile in internet: «Mi trovavo in macchina con mio zio ed era sabato 7 aprile, la vigilia di Pasqua. Lui era stato invitato a cena a Caneva da suoi conoscenti rientrati in Italia dall’estero e, siccome lui non guida , mi aveva chiesto di accompagnarlo con la mia Panda. Dopo la cena, siamo partiti verso le 11 di sera per ritornare a casa in Alpago, facendo la provinciale 61, che da Caneva sale verso il Cansiglio. Non avevo bevuto alcolici quella sera, perché dovevo guidare e anche perché era una brutta serata di pioggia. Abbiamo superato località Gaiardin e, dopo una curva a gomito, è sbucato un animale. Credevo fosse un cervo o un cinghiale, ma non poteva essere niente di tutto questo, in quanto questo essere era molto alto, forse più di tre metri. Alla luce dei fari, ho visto che aveva delle gambe lunghe, ma strane, come nodose, braccia lunghe e una testa non proprio rotonda . Quello che mi ha impressionato di più sono stati gli occhi: brillavano di un azzurro decisamente molto acceso». I due rimangono come impietriti, di fronte a questa curiosa creatura sicuramente mai vista prima: «Non so quanto sia durato tutto questo: 20 o 30 secondi, non so dire. Ho dato un colpo di clacson e quell’essere se n’è scappato via di corsa sulla sinistra, verso una stradina».